Non è che io sia esattamente una grande camminatrice, ma quest’aria primaverile frizzantina riesce a risvegliare anche l’orso letargico che è in me, mettendomi addosso la voglia di muovermi ed esplorare i dintorni verdi di Bologna. Certo, trovare delle passeggiate incantevoli sui colli bolognesi non è un’impresa difficile, ma in questo periodo sto in fissa con le cascate e quando sto in fissa con qualcosa non c’è niente che mi distolga. Così mi metto alla ricerca, e mentre sto lì intenta a macinare pagine di risultati Google su qualsiasi corso d’acqua saltellante nei dintorni di Bologna, mi imbatto in un nome magico, evocativo: Cascate del Bucamante.
In seguito, come per mille altre cose della mia vita, mi hanno fatto notare che sono piuttosto note e non si sa come io abbia potuto vivere finora senza conoscerle, ma tant’é. Ovviamente ci organizziamo subito con una combriccola di scappati a due e a quattro zampe e decidiamo di andare. Per i pochi di voi che mi assomigliano e non le conoscono, le cascate del Bucamante si trovano nel comune di Serramazzoni, sull’appennino modenese, e da Bologna ci si arriva giusti giusti in un’ora di macchina, è un’escursione abbastanza semplice e che vi svela, passo dopo passo, un paesaggio incantato.

La Leggenda:
Si dice che questo nome così suggestivo derivi dalla storia di due sfortunati amanti, una tragica vicenda in salsa romeogiuliottesca, se vogliamo: l’umile pastore Titino e la nobildonna Odina si incontrarono proprio all’ombra di questa valle e si innamorarono perdutamente. Ma il loro amore venne ostacolato dalla famiglia di lei, che la imprigionò impedendole di vedere Titino. Odina riuscì a fuggire e i due giovani si riunirono alle cascate ma, disperati e braccati dalle guardie, decisero di togliersi la vita gettandosi insieme tra i flutti. Oggi, molto romanticamente, i due sentieri che passano rispettivamente sotto e sopra le cascate, per poi ricongiungersi, si chiamano proprio Titino e Odina.

Perché dovete assolutamente vederle:
Naturalmente non sapevo cosa aspettarmi ma, come spesso succede, l’inaspettato riserva sorprese incantevoli: immaginate stretti sentieri che si snodano sinuosi tra il fogliame e gli alberi secolari, per condurvi a radure e punti panoramici belli come un dipinto. Immaginate di alzare gli occhi dove il sentiero si apre e non riuscire a distogliere lo sguardo, e percepire sulla pelle la freschezza dell’acqua che zampilla davanti a voi, che in alcuni punti azzarda salti intrepidi mentre in altri gorgolia in piccoli saltelli, formando piccole pozze naturali che in estate devono essere una forma di paradiso in terra…non è difficile credere che un luogo così abbia dato vita a una leggenda romantica, è una delle passeggiate più suggestive che abbia fatto negli ultimi anni! Considerate poi che è adatta più o meno a tutti ( a patto che non ci andiate dopo giorni di pioggia che rendono i sentieri uno scivolo di fango!): il giro ad anello è percorribile, con passo normale e con le soste, in circa due ore, la pendenza è lieve. Volendo, si potrebbe allungare il giro di un altro paio d’ore e toccare il centro abitato di Serramazzoni (tratti su asfalto) e il castello di Monfestino ma, a differenza del giro delle cascate, queste deviazioni non sono segnalate e bisogna arrivarci un po’ a naso. Questo eventualmente l’intero percorso (credit photo: estremamente naturale.wordpress.com)
Quando andare e come arrivare:
Credo che il periodo migliore se volete godere della bellezza del posto senza folle sia proprio questo, da fine Aprile a inizio Giugno, quando la vegetazione è verdissima e rigogliosa e l’acqua scorre con maggiore potenza rispetto all’estate. In estate però, dev’essere paradisiaco percorrere anche solo un breve tratto di strada per mettere i piedi a bagno!
Vi consiglio di arrivare fino al parcheggio che si trova presso la frazione di Granarolo di Serramazzoni, troverete comunque dei cartelli marroni che ben segnalano le cascate e vi sarà sufficiente seguirli per raggiungere il parcheggio. Trattandosi di un piccolo spiazzo, in estate potreste non trovare posto e in tal caso potreste dover lasciare l’auto 2 km più sotto, sulla statale.
Il Dopo:
Il piccolo e sonnacchioso centro di Serramazzoni deve aver vissuto tempi migliori: a lato della piazza, l’albergo alla Posta è testimone malinconico degli anni in cui il paese era un posto di villeggiatura, mentre sulla facciata di una casa, tra l’intonaco sbrindellato e le finestre scheggiate ancora si legge l’altisonante nome di Villa Cionini.
I bar, con le tapparelle abbassate, sembrano dormire anche loro e non voler essere disturbati, portano nomi buffi tipo Bar bagianni e Bar one Rosso; una piccola gelateria fa ancora il gelato al gusto Puffo ed è, come dire, quasi affollata.
Mi sembra quasi di poterla accarezzare con le dita, la vita di questo piccolo borgo dalle casucce in pietra, mentre ruota lenta attorno alla piazza, con i suoi ingranaggi arrugginiti e le storie di un passato più glorioso che bisbigliano nel vento. E poi penso: venire qui, passare anche solo per un caffé o un gelato, significa dare un po’ di linfa vitale a questi piccoli paesi. Quindi dopo la vostra passeggiata, mi raccomando…fate una sosta a Serramazzoni.
Se avete suggerimenti su altre passeggiate nei dintorni (magari con delle cascate, faccio per dire!), aspetto i vostri commenti!
