Cartoline da Pianaccio.
A Pianaccio se hai una guida sportiva ci arrivi con il mal d’auto, e non ti viene subito appetito.
Pianaccio ci abitano una ventina di persone, raccolte come in un nido verdissimo, che d’estate diventa allegro, chiassoso, forse un po’ troppo stretto.
A Pianaccio è nato Enzo Biagi e lì riposa, in un piccolo cimitero dove spiccano nomi antichi e si ripetono gli stessi cognomi, accompagnati da facce d’altri tempi.
A Pianaccio Enzo Biagi sta però anche seduto su una panchina, in atteggiamento rilassato, ti ci puoi sedere accanto e guardarlo negli occhi mentre ti sorride benevolo (gli occhiali, mi dicono, erano stati rubati ma glieli hanno rimessi, quindi ti vede bene) . E’ stato scolpito un artista giapponese, ma lui non lo sa.
Pianaccio, anche se non lo dicono, è il borgo delle ortensie e in estate le case in pietra e mattoni sono solo uno sfondo sbiadito su cui spiccano tutte le loro sfumature pastello.
Pianaccio ha il sapore di quei luoghi famigliari, dove si conoscono tutti: si incontra chi non si vede da un anno, da dieci, da una vita. Quelli che qui hanno trascorso le estati da bambini e poi da ragazzi si ritrovano, riavvolgono il tempo in un gomitolo fitto di vita e di avventure.

Pianaccio è un continuo saliscendi, una montagna russa in miniatura, tra una casa e l’altra ti tempra il fiato e ti allena le gambe.
Pianaccio ha però un punto pianeggiante, il Campo delle Noci, che ci andava a giocare il mio moroso da ragazzetto e adesso guarda (secondo me con nostalgia) altri ragazzetti che ci giocano a calcio.
A Pianaccio, davanti alla Locanda Alpina, c’è un moderno barometro a corda che ti aiuta a capire il tempo che fa.
A Pianaccio ci sono quasi più fontane che abitanti, e buttano un’acqua gelida di montagna, della temperatura giusta per rinfrescare le angurie, le birre, i cani.
Da Pianaccio con una piccola passeggiata si arriva a Fiammineda, un grumo di casupole abbandonate che se ci passi dopo aver visto il film Oltre il Guado ti ci soffermi poco volentieri.
A Pianaccio c’è un castagno vecchissimo, spaccato in due, esausto, tenuto assieme da una fascetta di metallo, che da secoli guarda le vite del borgo andare e venire.
A Pianaccio se non hai Vodafone ti puoi pure scordare di comunicare con il resto del mondo.
A Pianaccio ci sono i funghi, ma nessuno ti dice dove.
A Pianaccio a Ferragosto, non importa con quale temperatura, alle sei di sera si prepara la polenta per tutto il paese.
Pianaccio è uno dei quei posti che ti fa salire un po’ di malinconia, che vorresti anche tu averci passato le estati, che avresti voluto vederlo cent’anni fa, che vorresti tornarci quando cade la neve.

Pianaccio se non ci siete mai stati andateci (km da Bologna 70), ma non adesso, che non si riesce a parcheggiare. Fate a Settembre. Portatevi un golfino.
Link utili:
Locanda Alpina (e un po’ diario di Pianaccio): http://www.pianaccio.com/ristorante-gentilini/
Pro Loco Pianaccio (eventi, fatti e curiosità del borgo): http://www.prolocopianaccio.org/
Bellissima descrizione ☺… Quando abitavo a Casalecchio, un amico mi raccontava esattamente queste cose, parlando delle sue vacanze giovanili in questo delizioso paesino.
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